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La discarica di Sezzadio è una bomba ad orologeria

Sezzadio – La Provincia di Alessandria, dopo una sentenza favorevole del Tar Piemonte, ha rilasciato le autorizzazioni alla Riccoboni di realizzare una gigantesca discarica che si estende per ben 12 ettari, sulla quarta falda acquifera di tutto il Piemonte che si trova nel Comune di Sezzadio. Per questo continua la contestazione dei residenti di Sezzadio e dei 30 Comuni dell’acquese che protestano contro l’insediamento della discarica Riccoboni  nell’area di Cascina Boiro. In un primo momento, nel 2014, la Provincia, con presidente Paolo Filippi, aveva negato l’uso dell’area, mentre nel 2015, con una strana sentenza del Tar, si autorizzava la destinazione d’uso a discarica per la ditta Riccoboni e l’Ente, presieduto stavolta da Rita Rossa, concedeva le autorizzazioni. Si tratta di una discarica gigantesca atta ad accogliere 1,7 milioni di mc di detriti oltre a 700.000 mc di smarino del Terzo Valico, contro la quale da sempre dimostrano i residenti Sezzadio e degli altri paesi serviti dalla falda acquifera che alimenta gli acquedotti di una zona che conta oltre 50.000 abitanti Una falda acquifera che risulta essere a rischio in quanto è proprio sotto la discarica per cui si teme una forte contaminazione. Contro le autorizzazioni provinciali all’avvio della discarica ed alla realizzazione della relativa strada di accesso pendono quattro ricorsi al Consiglio di Stato e al Tar Piemonte presentati dai 30 Comuni, mentre la Riccoboni ha già fatto sapere che se le cose non dovessero normalizzarsi chiederà i danni per il ritardo nei lavori causato dalle ricorrenti contestazioni dei vari comitati spontanei e dai 30 comuni interessati.

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