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Caro De Magistris, la legge non si interpreta ma si applica perché è uguale per tutti

di Cesare Beccaria – Il Codice Civile è chiaro, anzi, chiarissimo. All’articolo 12 delle “Disposizioni sulla legge in generale”, capo II “Dell’applicazione della legge in generale” c’è scritto: “Nell’applicare la legge non si può ad essa attribuire altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse, e dalla intenzione del legislatore.
Se una controversia non può essere decisa con una precisa disposizione, si ha riguardo alle disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe; se il caso rimane ancora dubbio, si decide secondo i princìpi generali dell’ordinamento giuridico dello Stato”. Il fatto è che, al contrario di quanto afferma il sindaco di Napoli Luigi De Magistris la “Legge Salvini” sulla chiusura dei porti è chiarissima, è stata prmulgata dal Presidente della Repubblica, e deve essere applicata. Ma De Magistris, insieme alla cinquantina di sindaci del Pd con in testa il sindaco di Palermo Leoluca Orlando Cascio, dicono che quella legge non va bene e loro, anziché applicarla, la interpreteranno, che è un modo come un altro per non applicarla affatto, facendosene un baffo perfino della Costituzione che all’articolo 101 comma 2 stabilisce che “I giudici sono soggetti soltanto alla legge”, laddove il termine “soggetti” sta a significare che i magistrati devono sottostare all’autorità e al potere del legislatore. E se lo sono i magistrati lo sono ancor più i sindaci che devono inchinarsi alla legge che impone loro il divieto di discostarsi dal dettato normativo.
È del tutto evidente, a questo punto, che le disposizioni di legge devono essere applicate e non interpretate in quanto è altrettanto evidente che la libertà di interpretazione diventi mero arbitrio per cui si rischia di mettere in discussione i principi cardine della convivenza civile e, su tutti, quello per cui la legge è uguale per tutti. Infatti, se si lascia spazio all’interpretazione delle leggi, si rischia di produrre incertezza del diritto (che determina l’impossibilità per un cittadino di prevedere l’esito di un giudizio) e arbitrarietà dell’intervento giudiziario, mentre proprio la certezza sta alla base del nostro ordinamento giuridico.
Se è consentita l’interpretazione, è riferita solo e solamente alla disamina dei fatti di causa, del risultato dell’istruttoria, cioè a come sono avvenuti i fatti e le circostanze che hanno determinato i fatti sottoposti a giudizio.
Ecco perché la prima regola che va posta alla base della certezza del diritto, e che De Magistris, essendo anche un magistrato, dovrebbe conoscere bene, è quella che le norme si applicano e non si interpretano. Lo stupore di chi scrive deriva dal fatto che i due alfieri della battaglia contro Salvini e la sua legge che non vogliono applicare, Leoluca Orlando Cascio sindaco di Palermo e Luigi De Magistris queste cose le sanno benissimo in quanto uomini di legge, essendo il primo avvocato e il secondo magistrato, per cui è chiaro che sono in malafede. Ma a sinistra non sono gli unici ad esserli.

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