Press "Enter" to skip to content

È possibile che Amiu Genova salvi Aral senza danneggiare i creditori? L’ultima parola al codice

Alessandria – Aral si salverà da sola? L’operazione illustrata l’altro giorno in conferenza stampa farebbe pensare ad una soluzione.
A Palazzo Rosso, ieri, martedì 29 gennaio, il Consiglio Comunale, con venti voti favorevoli, ha approvato il terzo atto di indirizzo sulla partecipata, destinato ad aprire la strada alla cessione del 2% delle quote del Comune ad Amiu Genova. Una mossa, questa, volta al risanamento dei conti dell’azienda alessandrina addetta al trattamento dei rifiuti.
In sintesi grazie all’accordo con Amiu Genova per lavorare a Castelceriolo i rifiuti del capoluogo ligure, e poi restituirglieli, all’aumento delle tariffe per i 31 Comuni soci, alle economie sui servizi e soprattutto alla possibilità di avere subito una nuova “vasca stralcio” alla discarica di Solero il progetto indica utili, o meglio “risorse finanziarie” per 6 milioni all’anno.
Un piano, questo, che sarà sottoposto al giudice nell’udienza del 22 febbraio.
Ovviamente tutto si potrà attuare se si troveranno i soldi per gli investimenti urgenti, primo fra tutti un restyling degli impianti, attuabile grazie ai nuovi strumenti di “finanza partecipata”: sostanzialmente si tratta di pagare cash una quota (30- 35%) di debiti e per il restante conferire ai creditori specie di azioni, che non comportano rischi ma solo utili. Sempre che Aral li faccia.
Appare, questa, l’unica soluzione possibile e percorribile: l’alternativa, come sottolineato dal Ragioniere Capo del Comune, Antonello Paolo Zaccone, sarebbe stato il fallimento.
Un piano di risanamento, questo, che in Consiglio Comunale non è dispiaciuto neppure all’opposizione anche se domande e perplessità non sono mancate.
Enrico Mazzoni (Pd) ha mosso un semplice quesito, e cioè se era così facile salvare Aral come mai questo piano di risanamento non è stato attuato prima?
Poi c’è la questione Amag e la domanda che si è posta l’opposizione è stata perché sia stata esclusa.
L’assessore all’Ambiente Paolo Borasio ha spiegato che il discorso sulla filiera dei rifiuti è unitario e quindi le due aziende dovranno continuare parlarsi.
Ma la “bomba”, come si suole anche dire in ambito calcistico, l’ha posta il Consigliere Giorgio Abonante.
Il Partito Democratico ha infatti rilevato il giudizio del commercialista Matteo Panelli, espresso nella perizia di stima allegata alla documentazione portata al vaglio del Consiglio Comunale.
“Un’operazione impeccabile – ha detto Abonante – per come è stata presentata, visto il dimezzamento dei rifiuti trattati e lavorati, da 300 mila a 150 mila tonnellate. Potrei anche formulare un giudizio positivo.”
Ma poi il Consigliere Pd frena gli entusiasmi: “Sarei in imbarazzo e difficoltà qualora dovessi votare sì a fronte di un documento di questo genere. Serve un ulteriore approfondimento in Commissione, con la convocazione dello stesso Matteo Panelli che parla di ‘dubbi sui risultati indicati e sulla reale possibilità di ottenerli’, definisce il giudizio di fattibilità come ‘grande assente’, manca cioè la ‘concreta possibilità di realizzare delle ipotesi non banali sulle quali il piano si deve fondare’. Oggettivamente non ci sono le condizioni per votare sì. Emergono delle situazioni critiche, esposte nero su bianco.”
Pronta la replica di Borasio: “Matteo Panelli formula delle analisi che non gli competono. Non è l’advisor di Aral, non ha visto i conti. Questa analisi mi ha lasciato perplesso, visto che è stata superata nei fatti. Noi abbiamo tenuto conto della sua perizia per stimare il valore delle azioni di Aral, nulla di più. Non è poi possibile aspettare oltre, i tempi sono strettissimi e tra poco più di venti giorni dobbiamo presentare il piano di concordato in Tribunale”.
Insomma, quest’operazione si può, e si deve, fare. Altrimenti l’alternativa per Aral è il fallimento.

Comments are closed.