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Casa della salute a Ozzano all’insegna della buona sanità

Ozzano Monferrato (Andrea Rovere) – Cresce ancora il numero di Case della salute presenti nella provincia di Alessandria. Questa volta tocca ad Ozzano Monferrato, con una sede di circa 300 metri quadrati (l’edificio è stato donato dalla Cementi Rossi) nella quale saranno erogati servizi come prelievi, visite cardiologiche ed urologiche, consulenze mediche in campo dietetico, e dove si garantirà un’attenzione particolare alle maggiori criticità del territorio, ovvero quelle legate a malattie polmonari conseguenti alla presenza di cementifici e loro lavorazioni. Il progetto di riqualificazione del sito che ospiterà il nuovo centro – conferma il sindaco di Ozzano Davide Fabbri –, vedrà a breve l’avvio dei lavori grazie ai 130 mila Euro donati dalla Cementi Rossi e da una restante parte di fondi accantonati dal Comune (totale 245 mila Euro). Mentre infatti spetterà a quest’ultimo occuparsi del recupero della sede, l’Asl avrà invece l’onere della gestione e di fornire il personale, sostituendo l’attuale distretto socio-sanitario di via Trotti.
Intanto, per altre case della salute si stanno già operando sopralluoghi e sono in atto diverse iniziative. A Murisengo, ad esempio, il Comune ha messo a disposizione un terreno, mentre sia a Valenza che ad Ovada ci si sta muovendo per offrire servizi ai cittadini in linea con una tendenza proiettata sempre di più alla valorizzazione della medicina di prossimità.
Tutto questo ci pare positivo, anche perché, una volta tanto, il processo di razionalizzazione è davvero razionale, essendo che ad un risparmio effettivo per le casse pubbliche va a coincidere un miglioramento dei servizi per l’utenza. Se infatti ancora pochi anni fa si pensava soprattutto a costruire nuovi ospedali, oggi si tenta di potenziarne e rammodernarne alcuni, ridimensionarne o “trasformarne” altri, e ad agire capillarmente attraverso appunto le Case della salute, il che presenta numerosi vantaggi. In sostanza, prendendo ad esempio la nostra provincia, con un ospedale grande, moderno ed attrezzato nel capoluogo, ed i suoi satelliti nei centri maggiori, si potrebbero gestire al meglio tutti quei casi che necessitano cure e accertamenti effettuabili soltanto in strutture idonee e altamente qualificate, mentre, per quanto riguarda i “codici bianchi” e i “codici verdi”, le Case della salute consentirebbero, non solo un accesso facilitato ai pazienti (essendo distribuite capillarmente sul territorio), ma anche una drastica riduzione di quell’affluenza in pronto soccorso che incide inevitabilmente sul livello di attenzione riservata ai casi più gravi. Per di più, pensiamo all’opportunità dei residenti di paesi come appunto Ozzano (specie quelli affetti da patologie croniche) di poter effettuare analisi e le più comuni visite specialistiche a pochi passi da casa senza doversi necessariamente recare all’ospedale più vicino. È ovvio che ciò costituisca un bel vantaggio, anche perché, allo stesso costo (ovvero quello del ticket sanitario), si fruirebbe di un servizio molto più veloce dato dal drastico abbattimento dei tempi di attesa, che specie in alcuni luoghi, non solo del Piemonte, sono ormai diventate una delle cause di maggior frustrazione degli utenti.
La logica della prossimità del servizio risulta quindi vincente, e fra l’altro in continuità con l’antica prassi che prevedeva medici di base a stretto contatto con gli abitanti del proprio territorio. Qui un simile aspetto torna al centro, essendo che alla figura del vecchio “medico condotto” si affianca ora una piccola realtà territoriale, aperta da mattina a tarda sera ogni giorno dell’anno, e che nello specifico va a smaltire la stragrande maggioranza degli interventi ospedalieri. Quelli effettuati nelle case della salute risultano infatti coprire circa il 70% del totale, riguardando soprattutto la cura di traumi e lesioni minori che non necessitano di ricovero d’urgenza e i cui sintomi non interessano le funzioni vitali. Mentre in tutti gli altri casi, ovviamente, c’è l’ospedale, in cui a questo punto non ci sarebbe più da impazzire nel tentativo di far fronte ad un’affluenza finalmente “spalmabile” su tutto il territorio attraverso appunto i nuovi presidi.
Infine, notiamo anche che questo tipo di approccio, moderno e razionale, favorisce la stretta collaborazione fra settore pubblico e settore privato, dove il primo garantisce l’efficienza e un migliore sfruttamento delle risorse, mentre il secondo svolge azione di controllo e si occupa principalmente delle grandi strutture dai costi molto più onerosi. Un’azione sinergica che, specie di questi tempi, non è solo auspicabile, ma per molti versi imprescindibile, specie in settori così delicati e di primario interesse pubblico.

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