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F1, GP Austria 2019: gara al cardiopalma, giudici protagonisti

da Automotonews – Ci risiamo, un’altra gara al cardiopalma, un’altra gara in cui i protagonisti alla fine sono stati i giudici invece dei piloti e un altro risultato che lascia aperta la porta a polemiche, discussioni e a litigi. La pista dice una cosa, le regole a volte un’altra, alla fine non c’è mai nessuno soddisfatto e per sapere chi ha vinto in Austria abbiamo dovuto aspettare oltre 3 ore dalla fine della gara. Pazzesco, perché sono queste cose, dopo il Canada, che allontanano il tifo, che demoralizzano i protagonisti e impediscono di godersi un risultato storico.
Max Verstappen vince il GP d’Austria e la Honda torna al successo nel giorno della debacle della Mercedes, solo terza con Bottas mentre la Ferrari, che ha dominato fino a 2 giri dalla fine con Leclerc, deve ingoiare un boccone amaro perché il sorpasso deciso, con tanto di ruotata di Verstappen, è stato ritenuto regolare. A questo punto ognuno libero di pensarla come vuole, quando i giudici decidono o meno il risultato, alla fine non fa bene a nessuno. Però, visto che si è disputata una gara, cominciamo col distinguere due cose: il risultato finale e la corsa. Sul primo si sono espressi i giudici, e quindi siamo nell’ordine delle opinioni, più o meno condivisibili.
Sulla seconda ci sono i fatti che dicono una cosa sola: è stato un Gran Premio fenomenale per la battaglia vissuta in pista, per la lotta accesa fra due grandi protagonisti come Leclerc e Verstappen e per aver visto rimonte e sorpassi come da tempo non si vedevano. È stato un bel gran premio sotto questo aspetto, perché dopo una partenza sbagliata, dalla prima fila alla prima curva Verstappen era settimo, c’è stata poi una rimonta incredibile, figlia di altri tempi, con un pilota che non ha dato nulla per scontato fino a quando, gomme dure e assetto da battaglia, Verstappen non ha visto la sagoma della Ferrari nel mirino e a portata di mano. A due giri dalla fine il sorpasso e le relative polemiche. Fermiamoci a questo punto.
La corsa ha detto che la Mercedes è battibile, infatti non sono mai stati in gara. Ma ha detto anche che con gomme soft la Ferrari era superiore a tutti, con un passo gara che ha permesso in pochi giri a Vettel di risalire dal 10 posto fino al terzo, segno di una vettura supercompetitiva. Poi è successo qualcosa. Ovvero il passaggio alle gomme dure, viste le temperature, e qui si è scatenato Verstappen che è riuscito a recuperare tutto il divario mentre la Ferrari ha cominciato a rallentare.  La controprova è arrivata quando Vettel, costretto a un secondo pit stop (il primo è stato disastroso perché la radio non ha funzionato e lui è rientrato prima del previsto quando mancavano le gomme…) si è reso necessario la seconda sosta.
Ebbene, con gomme soft, banda rossa, non riusciva a fare i tempi di Verstappen con gomme bianche, dure, già usate da tempo. Pochi decimi di differenza e qui si apre una parentesi perché è sembrata la fotocopia della Francia, con Hamilton a gomme dure di poco più lento di Vettel gomme morbide. Ergo, più che le gomme, sono le mappature da gara e i consumi quelli che dettano il ritmo, e la Ferrari sotto questo aspetto ha forse dovuto contenersi visto il rallentamento sul finale. Al contrario, il ritmo e la potenza del motore Honda ha stupito. Complice la pista, il pilota e la crescita dei giapponesi che senza dubbio c’è stata. Sul resto, risultato di gara e decisioni dei giudici, ognuno ha la sua opinione e quindi inutile discutere ancora.
È la F.1 moderna.

1. Verstappen (Red Bull)
2. Leclerc (Ferrari)
3. Bottas (Mercedes)
4. Vettel (Ferrari)
5. Hamilton (Mercedes)
6. Norris (McLaren)
7. Gasly (Red Bull)
8. Sainz (McLaren)
9. Raikkonen (Alfa Romeo)
10. Giovinazzi (Alfa Romeo)
11. Perez (Racing Point)
12. Ricciardo (Renault)
13. Hulkenberg (Renault)
14. Stroll (Racing Point)
15. Albon (Toro Rosso)
16. Grosjean (Haas)
17. Kvyat (Toro Rosso)
18. Russell (Williams)
19. Magnussen (Haas)
20. Kubica (Williams)

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