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ALESSANDRIA CAPOFILA PER LA REGOLAMENTAZIONE DELLE COPPIE DI FATTO

Alessandria – Con tutti i problemi che ci sono qui da noi l’amministrazione comunale di Alessandria si preoccupa delle coppie di fatto, gay o normali. Problema importante ma non il più importante. Forse ciò è dovuto al fatto che, essendo di fatto commissariata, questa Giunta non può fare altro che propaganda. E ieri nella commissione Affari istituzionali presieduta da Nicola Savi s’è discusso proprio delle coppie di fatto. Un dibattito inderogabile, molto sentito da tutta la città, che fa di Alessandria la prima città della provincia a spianare la strada a questo tipo di unioni. Il Comune stabilisce che non ci sono distinzioni tra le coppie unite in matrimonio e fra due persone anche dello stesso sesso che vivono già assieme, residenti ad Alessandria e legate da un vincolo affettivo inteso come reciproco impegno all’assistenza morale e materiale e non da vincoli di parentela, affinità, adozione, tutela. Da una parte i Grillini applaudono, mentre dall’altra Emanuele Locci di Fratelli d’Italia se il codice civile già oggi ha tutti gli strumenti per un patto civile tra individui, pratica in uso in Italia da almeno 25, lo strumento previsto dal Comune di Alessandria limita invece le possibilità già previste “di fatto” dal nostro ordinamento ad esempio andando a prevedere diritti solo per patti tra due persone e non per più persone (unioni poligamiche). Senza contare che viene riconosciuto l’accesso a certi diritti e servizi agli “uniti civilmente” alla pari di nuclei famigliari che hanno contratto il matrimonio, senza tenere conto che alcuni tipi di “unione civile” non hanno le stesse “possibilità” di altre unioni civili e dei matrimoni tradizionali (ad esempio la procreazione).

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