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La Madonna della Guardia

Siamo a Genova nella primavera del 1944. I tedeschi presidiano la città e controllano i passanti per fermare gli ebrei da mandare nei lager. Verso mezzogiorno fermano Baciccia Parodi che sta transitando in Via XX Settembre per andare a casa.
“Dokumente, ya?!”, intima il tedesco, e Parodi tira fuori la carta d’identità ma il tedesco lo guarda sospettoso: “Tu avere naso a forma di sei come ebrei. Tu essere ebreo!”
“Ma nooo!, sono cattolico, mia moglie va sempre in chiesa, abbiamo due figli, un maschio ed una femmina, che abbiamo chiamato Giuseppe e Maria…”
“Nein! – grugnisce il crucco – tu essere ebreo e i nomi essere nomi ebraici, yaaa”.
Allora Baciccia tira fuori la catenina d’oro con la Madonnina della Guardia: “Belin mea, questa cos’è? Questa è la Madonna della Guardia de Zenaaa! Catolicaaa!”
“Neinnn!!! La catenina è d’oro e tu piace oro e frega niente di Madonna.
Tu   es-se-re   ebreo. Tirare giù i pantaloni!”.
Baciccia tira giù le brache… E il tedesco: “Tira giù anche mutande, vedere uccello se tu essere circonciso!”
Baciccia tutto rosso in viso fa vedere l’uccello. Il tedesco glielo prende in mano, lo controlla bene e poi dice: “Fa bene, tu non essere circonciso, non essere ebreo. Potere andare. Ya!”
Baciccia si riveste mentre di lì passa il suo amico Andrein Cànepa che gli dice: “Belin Baciccia, cose ti fè?”
E Baciccia trafelato: “Andrein, che tempi! U conta ciù u belin d’a Madona d’a Guardia!”

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