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BPM POTREBBE OPTARE PER L'”OPZIONE LEGNANO”

Dopo l’ipotesi di cessione di Cassa di Risparmio di Alessandria a Cassa di Risparmio di Asti per favorire la nascita di una banca piemontese con l’aggiunta di Banca Popolare di Bra, Saluzzo e Biver Banca, Banca Popolare di Milano – che detiene l’80% di Cassa di Risparmio di Alessandria – sarebbe intenzionata ad approvare il progetto originario di una fusione di CRAL con Banca di Legnano.
Milano, 13 settembre (Reuters) – Pop Milano avvia l’iter per la nuova governance in direzione del sistema duale che dovrà essere approvato entro fine mese. L’obiettivo finale è quello di arrivare a realizzare l’aumento di capitale, come da programma, entro la fine di quest’anno contestualmente all’attuazione della nuova governance. E’ quanto è emerso nel corso del Cda di oggi della popolare milanese nel quale sono stati esaminati i temi e le indicazioni emerse nell’incontro con Banca d’Italia della scorsa settimana. In tema di governance, la scelta dell’istituto è quella di attuare un sistema che “separi chiaramente la gestione manageriale dal controllo azionario”, dice una nota. Una fonte vicina alla banca chiarisce che l’orientamento del Cda è quello di adottare un sistema dualistico, ovvero un consiglio di sorveglianza alle quali sono demandate le funzioni di controllo e che determina le linee guida e di indirizzo dell’istituto e un consiglio di gestione che si occupa dalla amministrazione e gestione della società. Per rispettare la nuova tabella di marcia, dopo il via libera del Cda entro fine mese, il nuovo sistema di governance dovrà ottenere l’approvazione dell’assemblea, presumibilmente entro fine ottobre. In tema di riorganizzazione del gruppo il Cda si è inoltre dato come obiettivo di fine settembre quello di approvare il progetto di fusione tra Alessandria e Legnano. La banca ha inoltre definito “per quanto di sua conoscenza, prive di fondamento”, le indiscrezioni stampa relative “a possibili cordate di investitori istituzionali nonché all’ingresso di nuovi manager/azionisti”. Il riferimento è alle insistenti voci di un possibile coinvolgimento di Matteo Arpe nell’aumento di capitale della banca. In particolare, secondo quanto ricostruito dalla stampa, Arpe, attraverso il suo fondo Sator, sarebbe disponibile a investire nell’operazione 200 milioni di euro in cambio di poteri nella gestione o di un posto nel consiglio di amministrazione.

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