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Per fare questa Ue, hanno fatto fuori Craxi, complici alcuni italiani in cerca di potere

di Carpeoro – Quelli che oggi ancora scrivono, mentendo, che Berlusconi fu una sorta di erede politico di Craxi (nella foto con l’amico liberale Valerio Zanone), dimenticano la lite furibonda che li oppose. Insieme ad Andreotti, Craxi costrinse Berlusconi a cedere “L’Espresso” e “La Repubblica”. Così poi Berlusconi voltò le spalle a Craxi, scatenando le sue televisioni nel cavalcare Mani Pulite. Prodi svendette la Sme a De Benedetti per 600 milioni, e il gruppo fu poi rivenduto per 20 miliardi.
I nemici di Bettino erano gli stessi che avevano tolto di mezzo Moro, per la salvezza del quale proprio Craxi (con Pannella) fu l’unico a battersi.

FABIO MARTINI

Meglio morto che in galera
Il problema, con Bettino, era che non accettava che gli si desse torto, né in pubblico né in privato. Gli scrissi, apprezzò le mie parole. Poi, quando riparò ad Hammamet, andai a trovarlo due volte. Craxi non è semplicemente morto: è stato ucciso, gli fu impedito di essere curato in modo adeguato, in Italia, senza venire arrestato. Era piagato dal diabete, insidiato da un tumore. E preferì morire, piuttosto che affrontare il carcere. In un suo libro appena uscito, Fabio Martini (nella foto a sx) ricorda: l’allora premier Massimo D’Alema chiese al procuratore Francesco Saverio Borrelli di attivare una procedura umanitaria, in modo che Craxi potesse essere operato a Milano, da uomo libero. Ma Borrelli rifiutò. A quel punto, D’Alema avrebbe potuto emanare un decreto, ma non osò farlo. E Craxi, poco dopo, morì.
In carcere, sarebbe sopravvissuto tre giorni, e per impedirgli di dire la sua, comunque, gli avevano minacciato i figli.
Perché Craxi non si difese a viso aperto, contrattaccando, visto che si sentiva vittima di un complotto? Ci aveva provato, contattando Paolo Mieli, Giovanni Minoli e Giancarlo Santalmassi (in una foto dell’epoca, a dx), cioè il “Corriere” e la televisione. Ma quella sera stessa lo raggiunse un avvertimento anonimo e minaccioso all’hotel Raphael, dove alloggiava a Roma. Messaggio esplicito: attento, se parli colpiremo i tuoi figli. Nel giro di poche ore lo chiamarono Bobo e Stefania: lui aveva trovato la sua casa messa a soqquadro, mentre a lei avevano anche preso i vestiti dagli armadi e glieli avevano bruciati sul terrazzo. Craxi chiamò l’allora capo della polizia, Vincenzo Parisi, e lo incaricò di mediare coi giudici di Milano. In molti notarono l’anomala mitezza di Di Pietro nell’interrogatorio di Craxi. Era il segnale atteso: Craxi lasciò il paese da uomo libero, come pattuito. La Tunisia, l’estradizione non l’avrebbe mai concessa. Ma l’Italia non l’ha comunque mai chiesta.

Indagini a senso unico
Nell’archivio del tribunale di Milano c’è una stanza inaccessibile dove sono tuttora tenuti sotto chiave i dossier riguardanti 6 anni di indagini condotte prima che si venisse a sapere di Mani Pulite. A quanto pare, condotte con metodi non legali. Me ne parlò direttamente un magistrato. Riferii subito la cosa a Bettino, ma decise di non fare nulla: sottovalutò il pericolo. Io comunque sono pronto a testimoniare in aula, se si apre un’inchiesta su questo. Troppi poteri forti non vogliono che se ne parli: dovranno passare altri dieci anni, prima che questo capitolo si possa riaprire.

Sigonella, il guanto della sfida agli Usa
Per quanto riguarda i fatti di Sigonella, quello che i responsabili della nostra carta stampata continuano a non dire, e a far finta di non sapere, è che l’unica vittima dei sequestratori della nave, l’anziano paralitico Lion Klinghoffer (nella foto a lato), non era solo un pensionato ebreo con passaporto statunitense: era anche e soprattutto un alto esponente del B’nai B’rith, l’esclusiva massoneria ebraica che rappresenta il nerbo del Mossad, che in quegli anni si era reso responsabile di azioni sanguinose contro i palestinesi.

L’Europa di Craxi e il mostro assassino Ue
Era il 1985: l’Italia, quinta potenza industriale del mondo, aveva ancora una politica estera (oltre che un vero governo). Bel problema: andava “risolto”.
Aldo Moro era stato “sistemato” come sappiamo, dopo esser stato minacciato di morte da Henry Kissinger.
Un anno dopo Sigonella, i killer colpirono Olof Palme a Stoccolma: era il leader carismatico dei socialisti europei.
Con lui vivo, non sarebbero mai riusciti a fare questo aborto di Ue per cui lo stesso Mitterrand fu messo fuori gioco.

Restava Craxi, e si sa com’è finita.
Se ti metti contro certi poteri, devi solo sperare di vincere. Sai già in partenza che, se perdi, poi finisci ad Hammanet. E infine muori, assassinato – di fatto – dai nemici del tuo paese, e con la complicità dei tuoi stessi concittadini, che il potere ha messo contro di te. Craxi aveva un progetto ben preciso: voleva un’Europa unita, ma governata dai socialisti. Bisognava tagliare le unghie al capitalismo, frenarne gli eccessi. Profetiche, in questo senso, le invettive di Craxi da Hammamet di fronte all’avvento dell’euro: ma ormai era un leader screditato in ogni modo, esiliato, latitante.

Noi italiani prima o poi diventiamo traditori
Qualche italiano ha tradito l’Italia. Siamo un paese così, fin dal Rinascimento: pur di sconfiggere la signoria rivale, ci si allea con gli stranieri. Craxi fu tolto di mezzo perché, esattamente come Moro, un’Europa così non l’avrebbe mai accettata. Non c’era modo di piegarlo: bisognava eliminarlo. Si fidava degli italiani: immaginava che prima o poi capissero che lavorava per loro. Inoltre c’era il problema del finanziamento dei partiti. Si evita sempre di ricordare che, in assenza di una legge adeguata per coprire i costi della politica, la Dc fu finanziata per decenni dagli Usa, e il Pci dall’Urss.
Di sicuro Craxi per sé non hai preteso una lira: del suo famoso “tesoro”, solo immaginario, non c’è traccia. Aveva tollerato personaggi discutibili, nel Psi, ma era inevitabile: se avesse tagliato anche quelli, avrebbe dimezzato i voti. E il suo grande cruccio è sempre stato quello di non essere riuscito a superare il 15%. Già così, comunque, dava fastidio sia alla Dc che al Pci, che avrebbero preferito fingere in eterno di combattersi, continuando a spartirsi il potere sottobanco in modo consociativo. A Craxi è mancato il consenso del Paese, nonostante gli enormi successi economici. E il bello è che la parola “socialismo” riscuoteva generale simpatia. Ha sgombrato il campo, una volta per tutte, dalla lotta di classe con l’idea di poter raggiungere un socialismo vero con le riforme, cioè senza la violenza di una rivoluzione. E anche ciò gli fu fatale.

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