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Il buco della Sanità Piemontese preoccupa: a rischio i principali servizi alla persona

Alessandria (Max Corradi) – Per quanto riguarda la Sanità in Piemonte il 2020 inizia in salita. Infatti nel 2018 la Regione aveva stanziato 265 milioni di euro per integrare le rette degli anziani ricoverati (circa 1200 euro al mese pro capite), ma ben 18 milioni di euro sono stati destinati dalle varie Asl per altre spese anche se a Palazzo Lascaris non sanno fornire dati certi per risalire al buco a bilancio che si è verificato. La Regione ha risolto il problema non definendo le rette per il 2019 senza poi comunicare il nuovo importo. Anaste (Associazione Nazionale Strutture Terza Età) è intervenuta inviando una lettera via Pec a tutte le Asl del Piemonte nel tentativo estremo di salvaguardare il delicato settore dell’assistenza agli anziani malati bisognosi di ricovero in strutture specializzate (Rsa). Intanto gli anziani sono costretti a pagare parte della retta di ricovero in modo improprio in quanto dovrebbe intervenire per legge la Regione, mentre i gestori seri sono costretti a rischiare il tracollo in quanto le spese per gli anziani in struttura sono incomprimibili, mentre quelli meno seri forniscono servizi scadenti con rette ribassate. Va da sé che, a questo punto, che debba intervenire il Nas per sequestrare i documenti contabili al fine di rintracciare i filoni di spesa diversi per quello che erano stati destinati. Nel frattempo si viene a sapere che la Regione ha fatto un ulteriore buco sulla Sanità per 400 milioni di euro con la tesoreria che non riesce a pagare se non le spese correnti.
Ma se la sanità piange nel settore assistenziale, certamente non ride sul fronte ospedaliero.
Nei giorni scorsi Anaao Assomed, tra le principali sigle sindacali dei medici ospedalieri, ha diramato una nota con la quale esprime forte preoccupazione. “Il Piemonte – si legge nel comunicato – è stata l’unica Regione del Nord ad essere sottoposta al piano di rientro, con l’eccezione della Liguria. Lo è stata essenzialmente per questione di conti, visto che negli anni ha mantenuto buoni punteggi nei Lea, i livelli essenziali di assistenza”. In soldoni, i medici ospedalieri denunciano il fatto che la sanità regionale piemontese abbia già pagato duramente, con tagli di posti letto, di personale, accorpamenti e limitazioni delle possibilità di carriera di dirigenti medici e sanitari. A questo proposito Anaao Assomed sottolinea il fatto che “la spesa per la dirigenza medica nei sette anni del piano è calata di quasi 65 milioni, con il numero di dirigenti medici nello stesso periodo diminuito di 515 unità, i direttori di struttura complessa di 263, i responsabili di struttura semplice del 39%, mentre i posti letto eliminati sono stati 1560”. Tutto ciò nonostante che “il buco di bilancio non sia stato causato da deficit della Sanità, bensì dal fatto che una parte dei fondi, pari a 4,3 miliardi, siano stati usati per spese extra-sanitarie”. Per queste ragioni la rappresentanza dei medici chiede alla Regione di “non ripetere gli errori precedenti incolpando la sanità di disavanzi altrui, e di aprire un confronto con i sindacati, affinché non vengano tagliati medici, posti letto e servizi”.
Va da sé che i sindacati siano fermamente contrari a “nuovi tagli sul personale addetto all’assistenza” affinché non si tolgano risorse ad un settore cruciale per società.

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