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PROCESSO ETERNIT, L’AVVOCATO ZACCONE: “DE CARTIER VA ASSOLTO”

Torino (10.10.2011) – “Il barone belga Louis de Cartier, 89 anni, va assolto ‘per non avere commesso il fatto’ o, in subordine, perché tutti i reati a lui imputati sono caduti in prescrizione”. Lo ha detto oggi in tribunale a Torino, nell’udienza del maxi-processo per le migliaia di morti negli stabilimenti della Eternit, l’avvocato Cesare Zaccone, difensore dell’ex dirigente della multinazionale svizzera dell’amianto, a processo assieme al miliardario elvetico Stephan Schmidheiny, 69 anni. Il pool di magistrati torinesi coordinati dal sostituto procuratore Raffaele Guariniello aveva chiesto per ognuno di loro una condanna a 20 anni. I reati contestati sono disastro ambientale (per l’inquinamento e la dispersione nell’ambiente delle fibre di amianto) e omissione volontaria di cautele nei luoghi di lavoro negli stabilimenti di Cavagnolo (Torino), Casale Monferrato (Alessandria), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli). I fatti vanno dal 1952 al 2008. Le parti civili ammesse dal Tribunale sono oltre seimila. “Prima del 1971 – ha sostenuto Zaccone – il barone de Cartier è stato solo amministratore di una società che aveva la partecipazione del 21% in Eternit, ma non c’é prova di alcuna ingerenza da parte sua nella gestione della multinazionale. Quell’anno lui diventò amministratore della Eternit ma non aveva nessuna delega: era soltanto un normale componente del cda che peraltro stava a mille chilometri di distanza”. “Infine – ha concluso il legale – se anche de Cartier avesse avuto una qualche possibilità di ingerenza all’interno della gestione delle fabbriche, quando è arrivato, secondo i dati epidemiologici consolidati, la gente avrebbe probabilmente già contratto le malattie per l’esposizione all’amianto, visto che ci si ammala oltre 30 anni dopo”. Domani parlerà ancora Zaccone, mentre nelle udienze successive sarà la volta dei difensori di Schmidheiny.

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