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Coronavirus: pronto il piano delle “4D” in Lombardia

Milano (Sonia Oliva) – La Lombardia si prepara alla riapertura e lavora per preparare quella che sarà la nuova normalità, la convivenza con Sars-CoV-2. Dal 4 maggio test, norme anti assembramento e il già consolidato obbligo di mascherine e guanti. La Regione chiederà al Governo il via libera alle attività produttive nel rispetto delle 4D (definite dal Sindaco Beppe Sala “solo uno slogan”): distanza di sicurezza di almeno un metro tra le persone; dispositivi obbligatori, mascherine e guanti per tutti; digitalizzazione che prevede l’obbligo di smart working, quando, se possibile e compatibile con le attività e, soprattutto, la diagnosi con l’avvio dei test sierologici che cominceranno il 21 aprile. Questo il programma del governatore Attilio Fontana per far ripartire la Lombardia. Il 3 maggio scadrà l’attuale DPCM con cui il Governo ha prolungato il lockdown (confinamento) dell’Italia. La data utile per provare a ripartire è dunque quella di lunedì 4 maggio, ovviamente con tutte le precauzioni del caso. Oltre alle 4D, per una ripartenza in sicurezza, parlando in Consiglio regionale, Fontana sta valutando l’ipotesi di spalmare tutte le attività su 7 giorni anziché sui canonici cinque con orari di inizio e fine attività diversi così da evitare l’affollamento su metropolitane e autobus in determinate fasce. Secondo il governatore della Lombardia Attilio Fontana, non ci sarebbe stata alcuna pressione di Matteo Salvini sulla riapertura e sul nuovo piano di normalità.
“Assolutamente no, domani si riunisce il tavolo della competitività e volevamo annunciare la partenza della fase di avvicinamento alla riapertura”. Resta il fatto che la richiesta del governatore lombardo di riaprire le attività già il 4 maggio nel territorio maggiormente flagellato dalla pandemia, ha destabilizzato il Governo e fatto dichiarare al viceministro al MISE (il Ministero dello Sviluppo Economico) un “errore” la richiesta di Attilio Fontana. “Da sempre Fontana ha sostenuto una linea rigorosa e restrittiva. Oggi decide, sorprendentemente, di aprire ma non si capisce sulla base di quali dati. Andare in ordine sparso rischia di alimentare confusione nei cittadini e nelle imprese che, invece, esigono chiarezza” dichiara Stefano Buffagni.
Immediata la risposta di Fontana: “Noi non ci permettiamo di parlare di attività produttive, che sono competenza del Governo centrale, sottratta a ogni nostra possibile valutazione. Noi parliamo di graduale ripresa delle attività ordinarie che sarà concordata con il Governo”.
E il Governo, come ormai tutti sanno, anziché decidere con i propri ministri e rappresentanti ha istituito una task force (eletta non si sa da chi, forse da Nessuno!) di tecnici esperti di finanza che, insieme a scienziati e virologi (speriamo!) presenterà i vari scenari con tanto di programmazione per arrivare ad allentare le misure, così che il Governo possa prendere le conseguenti decisioni.

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