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LA VERITÀ SU FUKUSHIMA E L’IMPARI LOTTA CONTRO L’IGNORANZA DILAGANTE

Milano (Giorgio Bertuccelli) – Per coloro che conoscono poco, o non conoscono affatto, la lingua inglese ho tradotto la parte conclusiva dell’ultimo rapporto 2014 del “Comitato Scientifico delle Nazioni Unite sugli Effetti da Radiazioni Atomiche” sugli impianti nucleari di Fukushima – Giappone. Nessuno potrà negare che dal Marzo 2011 l’interesse di gran parte della stampa italiana e della Radio-televisione si è concentrato soprattutto sul disastro occorso ai quattro reattori di Fukushima per la distruzione improvvisa e totale del loro sistema di raffreddamento, ignorando completamente, o quasi, le migliaia di morti e feriti causati dal devastante maremoto (tsunami). È da quella terribile data che da parte del mondo scientifico e tecnico-nucleare più accreditato, e serio, si denuncia questo comportamento vergognoso, menzognero, ennesima riprova di una smisurata disonestà intellettuale. Non occorre essere esperti di Radio-protezioni e di Fisica Sanitaria per leggere le conclusioni dei medici del comitato UNSCEAR qui di seguito riportate. Conclusioni, ben appunto, precluse al grande pubblico in omaggio ad un conformismo simile, se non peggiore, di quello imposto dal MinCulPop dell’Era fascista.

RAPPORTI DELLE NAZIONI UNITE SULLA RADIAZIONE DI FUKUSHIMA
2 Aprile 2014
La principale relazione delle Nazioni Unite circa gli  impatti sulla salute dell’incidente di Fukushima ha concluso che gli effetti indotti da radiazioni sarebbero troppo piccoli da identificare. La popolazione era ben protetta e ricevette dosi di radiazioni “basse o molto basse”.
L’ultimo rapporto sull’incidente viene dal Comitato Scientifico delle Nazioni Unite sugli Effetti da Radiazioni Atomiche (UNSCEAR), l’organismo internazionale indipendente istituito nel 1950 per dare pareri imparziali sugli effetti da radiazioni su persone e su ambiente. Nel gennaio 2012 fu chiesto all’UNSCEAR dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di intraprendere una “valutazione completa dei livelli di esposizione e dei rischi da radiazioni” attribuibili all’incidente di Fukushima.
Divulgato oggi, lo studio concludeva che i tassi di cancro o di malattie ereditarie erano insoddisfacenti per mostrare qualsiasi aumento apprezzabile nelle zone colpite perché le dosi di radiazione ricevute dalla popolazione erano troppo basse. La popolazione fu prontamente evacuata dalle vicinanze della centrale nucleare, e successivamente dalle zone circostanti dove i radionuclidi si erano accumulati. Questa azione ridusse l’esposizione alle radiazioni di un fattore dieci, disse UNSCEAR, a livelli “bassi o molto bassi.”
Nel complesso, ci si attende che la popolazione di Fukushima, a seguito dell’incidente, riceverà mediamente meno di 10 mSv (milli Sievert) nell’arco della loro vita; un dato da confrontarsi con la dose di 170 mSv complessivamente assorbiti in una vita a causa della radiazione di fondo naturale presente in Giappone.
Problemi di salute da radiazioni si manifestano soltanto a persone note per aver ricevuto 100 mSv, o più, in un breve arco di tempo. Questo criterio si applica a un gruppo di 160 lavoratori dell’impianto, che devono essere monitorati nel lungo periodo.
Nonostante il successo dell’evacuazione nel ridurre al minimo l’esposizione alle radiazioni ad un livello in cui, “nessuna maggiore incidenza rilevabile di effetti sulla salute legati alle radiazioni sono attesi tra persone esposte del pubblico o dei loro discendenti”, il movimento di massa delle persone ha avuto sue proprie ripercussioni, compresi i decessi di alcune persone vulnerabili, e effetti sociali da delocalizzazione. Secondo UNSCEAR: “L’effetto sulla salute più importante riguarda il benessere mentale e sociale, relazionato all’enorme impatto del terremoto, dello tsunami e dell’incidente nucleare, nonché alla paura legata alla percezione del rischio di esposizione alle radiazioni.”
Agneta Rising, capo della World Nuclear Association , ha detto che il rapporto UNSCEAR è stato “ancora più preciso … e dovrebbe rassicurare notevolmente coloro che pensano di tornare nelle aree evacuate.” E così continua: “L’esperienza ci ha insegnato che alcune misure per prevenire la dose di radiazioni possono essere più dannose delle stesse dosi che si vogliono evitare. Esse inaspriscono anche i timori che conducono alla sofferenza sociale ed economica. Abbiamo bisogno di misure concrete per proteggere le persone aiutandole, finita l’emergenza, ad andare avanti con la vita.”
Le conclusioni di UNSCEAR concordano con quelle del suo ultimo rapporto preliminare del 2012. Tempi extra sono stati impiegati nel compilare i modelli quanto più possibile dettagliati per descrivere le dosi di radiazione individuale delle persone sulla base della loro età, dei loro movimenti e della distribuzione dei radionuclidi. Un altro studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità all’inizio del 2013 era basato su ampi calcoli di rischio teorico. In generale le conclusioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità furono le stesse di UNSCEAR: qualsiasi effetto sulla salute dovuto a radiazioni sarebbe stato troppo piccolo per essere identificato.

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