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Crisi Saamo, l’ultimatum della Corte dei Conti: quattro mesi di tempo per salvare l’azienda di trasporto pubblico

Ovada – Quattro mesi di tempo. È l’ultimatum dato dalla Corte dei Conti ai 16 Comuni dell’Ovadese soci della Saamo, l’azienda che si occupa di trasporto pubblico locale con una lettera recapitata ai sindaci a giugno in merito al bilancio del 2018, il quarto chiuso in passivo dal 2015, con un rosso di 244 mila euro. E a questi, ora, si è aggiunto quello del 2019, che i Comuni hanno approvato all’unanimità martedì. Un altro segno meno, stavolta di 330 mila euro.
Il sindaco di Ovada, Paolo Lantero, ha voluto però precisare che “a falsare in parte il dato c’è la costituzione di un fondo di svalutazione crediti da circa 100 mila euro. Il risultato di gestione operativa è sotto di “soli” 200 mila”.
La Corte dei Conti è stata chiarissima nel tratteggiare una parabola, quella della Saamo, fatta di perdire che si sono susseguite negli anni, demolendo, al contempo, il piano che in tre anni avrebbe dovuto permettere all’azienda di raddrizzare la situazione.
Motivo per cui, si intima ai Comuni di correre ai ripari, adottando «ogni misura» per monitorare e sistemare la situazione e facendo in modo che Saamo riveda il piano di ristrutturazione, sperando possa bastare. Altrimenti, sarà dura evitare scenari estremi. Torino si aspetta entro 4 mesi una relazione dettagliata con tutte le contromisure messe in atto.
Quale la soluzione?
Possibile che si tenti di agire con ciò che già era in agenda: la cessione di ramo d’azienda del trasporto pubblico e la vendita a Econet dell’ex sede di strada Rebba.

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