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Piemonte “terra” di vecchie auto: 168.000 in circolazione, molte ad Euro zero, Asti e Biella le province dove ne girano di più

Asti – L’Italia è un paese per vecchi? Può darsi, perlomeno per quanto concerne le auto e, nello specifico, per quanto concerne il Piemonte dove circolano troppi vecchi veicoli anche peggiori di quelli catalogati come Euro 2 o Euro 3. In regione sono ancora in marcia sulle strade 168.166 vetture che non sono in regola con nessuno standard europeo: si tratta infatti di una norma entrata in vigore nel 1993 e quindi stiamo parlando di modelli che sfiorano o spesso raggiungono i trent’anni dall’immatricolazione e che rappresentano il 5,71% dell’intero parco circolante, con punte anche più eclatanti in alcune provincie come Asti (6,93%) o Biella (6,85%), mentre l’effetto è attenuato a Torino (5,07%).
I dati sono stati elaborati dal Ministero dei Trasporti e il Piemonte, rispetto al resto dell’Italia, dove circolano più di tre milioni e trecentomila euro zero, è una delle regioni con i dati più preoccupanti per tanti motivi e non soltanto per quello più evidente delle emissioni inquinanti. Un parco circolante vetusto comporta una grave problema sotto il profilo delle dotazioni e del grado di manutenzione necessaria a garantire un buon funzionamento: due aspetti determinanti in fatto di sicurezza che modelli così vetusti e con tanti chilometri alle spalle non sono in grado di garantire.
In questo senso si registra anche il dato relativo all’incremento della spesa in riparazioni dal meccanico che già nel 2019 aveva raggiunto e oggi superato i 2,6 miliardi in Piemonte.
Il problema delle vecchie auto non riguarda soltanto modelli obiettivamente vetusti. Il blocco che comprende autovetture Euro 1, Euro 2 ed Euro 3 rappresenta poco meno del 30% del totale: in Piemonte ne circolano più di 839 mila, tutte immatricolate almeno quindici anni fa e che sono considerate un danno per la qualità dell’aria, visto che l’ultimo stop del traffico pre lockdown, previsto lo scorso gennaio, sarebbe stato probabilmente esteso per i diesel fino all’Euro 5, almeno per quelli in regola con la normativa in vigore fino al 2012 (un’anomalia tutta italiana prevede che ce ne siano di immatricolati anche dal 2013 in avanti).
Ma perché molti piemontesi girano a bordo di vecchie auto, inquinanti e poco sicure?
Il motivo principale è la crisi che, indubbiamente, ha picchiato duro e chi non vuole rinunciare a viaggiare in auto si accontenta di ciò che dispone.
La percentuale, più o meno alta rispetto alle singole province, è invece collegata all’efficienza dei trasporti pubblici: se a Torino è possibile vivere e lavorare anche senza possedere un’auto, più difficile è fare lo stesso ad Asti, Biella o Vercelli.
L’emergenza legata al Covid 19 non ha fatto che rendere il problema più evidente, influendo anche sull’acquisto di vetture usate, che nel primo semestre di quest’anno è calato in regione del 34,3%. Anche in questo caso le preferenze dei piemontesi si dividono equamente tra modelli Diesel o a benzina.
Resta marginale il mercato delle vetture elettriche e ibride, che raggiunge a stento l’1% con il modello più richiesto che è la Tesla Model S.
Non contribuisce a svecchiare di molto il parco auto piemontese la compravendita di vetture usate: l’età media delle vetture in vendita è infatti di otto anni. In regione si tratta per il 40% di utilitarie, con un podio tutto riservato al gruppo Fca, con a dominare la Panda e a seguire la Lancia Y e la Fiat 500.

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