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I demoni dell’occidente e la normalizzazione della pedofilia: arriveremo alla sigla LGBTP?

di Andrea Brizzi – La pedofilia è l’ultimo tabù di questo Occidente in lenta decomposizione, l’ultima barriera morale che i più arditi fautori del progressismo cercano da anni di abbattere. Con la scusa della consapevolezza sessuale in età prepuberale è stata portata avanti, anno dopo anno, una indiscriminata sessualizzazione dei minori. Del resto, la normalizzazione della pedofilia è una vecchia idea lanciata da molti gruppi legati alle rivolte del ’68, soprattutto in ambito anglosassone, come talpe, tali gruppi costituiti come associazioni culturali legate o all’omosessualità, o al femminismo, o alla liberalizzazione sessuale, hanno tessuto un’intricata rete di contatti, finanziamenti, documenti. Nell’ombra e nell’oscurità, come i demoni, essi sono riusciti a spingere sempre più avanti le loro abominevoli teorie.

Una notizia che conferma l’avanzata del sesso prepuberale
La notizia è della settimana scorsa, e certamente non è passata inosservata. Ha suscitato molto più che scalpore, la copertina pubblicata da Netflix riguardante una delle ultime pellicole in programma: “Cuties” – sostanzialmente la storia di una ragazzina di undici anni di famiglia senegalese, la quale si ribella alla ferrea educazione familiare e decide di “vivere l’Occidente”, in che modo? Frequentando un gruppo di twerking dance, ovvero un ballo volgare che si pratica “sculettando” vistosamente, grazie al quale la ragazzina esplora la propria sessualità e il proprio corpo. In copertina vengono ritratte ragazzine di undici anni seminude con sguardi ammiccanti. Che schifo, che orrore, avranno pensato i più; schifo e rabbia ma non stupore, infatti non ci stupisce affatto che passo dopo passo i gruppi di potere progressisti che dirigono abilmente tutti i mezzi mediatici e di informazione di questo nostro mondo, stiano cercando sostanzialmente di normalizzare la pedofilia.

Diritto uguale a vizio privato
Se infatti la logica è quella del “a te cosa toglie” e del “love wins”, allora non dobbiamo stupirci di niente. Fintanto che si ragiona in termini di diritto uguale a vizio privato, licenza e non libertà, e si fonda la società tutta su questi paradigmi, ci accorgiamo che non c’è limite al disgusto, osserviamo cadere anno dopo anno le barriere morali che la civiltà aveva costruito nei millenni, per lasciare spazio ad un mondo ipersessualizzato e atomizzato nel quale gli individui vivono per soddisfare i loro bisogni materiali, e non per compiere il loro destino di fronte alla storia e al proprio popolo. Le forze oscure che reggono il mondo non si affidano al caso, il mondo che desiderano costruire è quello tecno-liquido di cui vediamo gli albori, nel quale ogni legame umano, sociale, comunitario è venuto meno, per lasciare spazio all’uomo nuovo, consumatore, individualizzato, privo di certezze, esso infatti è precario, senza legami stabili, è “gender fluid”, meglio se omosessuale, e ovviamente meticcio.

La Finestra di Overton
Questi poteri che ci impongono sempre più drasticamente il loro modello operano grazie ad un disegno ideologico molto chiaro ed efficiente, qualcuno si domanderà infatti com’è possibile che le masse accettino situazioni di questo tipo, la risposta è nella “finestra di Overton”. La finestra di Overton, com’è noto, è un modello di ingegneria sociale sviluppato dal sociologo Joseph P. Overton, la quale dimostra come sia possibile rendere normale agli occhi dell’opinione pubblica anche la peggiore delle idee. Ciò avviene tramite l’apertura di una finestra appunto, cioè di una possibilità dialettica grazie alla quale la teoria in oggetto viene, passo dopo passo, accettata. Tale accettazione segue una serie di tappe;

  1. Inconcepibile: l’idea circola in alcuni ambienti culturali ma viene fortemente avversata, quindi se ne parla sempre di più;
  2. Estrema: l’idea continua ad essere considerata una follia, ma si apre il dibattito e cade il tabù;
  3. Accettabile: il giudizio viene sospeso, si assume una posizione neutra;
  4. Ragionevole: la questione si evolve e sempre più persone iniziano a pensare che in fondo sia giusto così, perché “così vanno le cose”, “non siamo mica nel Medioevo”;
  5. Diffusa: l’idea viene sostanzialmente accettata e diventa “normale”;
  6. Legalizzata: L’idea concepita inizialmente come assurda e immorale viene normata, diventa quindi parte del vivere civile (nella foto: esibizione di bambine su riviste).

Siamo al capolinea
Ecco allora come siamo arrivati a questo punto, ecco come abbiamo fatto a svegliarci una mattina e a renderci conto che Netflix stava pubblicando un film, in cui sostanzialmente si fa del corpo di una bambina di undici anni, un oggetto sessualizzato. La vera domanda però non è come siamo arrivati fino a qua ma, quanto tempo ancora ci vorrà perché questo abominio sia realmente accettato? Il tabù è già caduto, il dibattito è iniziato, la finestra è aperta. Fino a una decina di anni fa, per un film e una copertina del genere qualcuno sarebbe finito a processo, oggi a costoro si assegnano premi. “L’etica è una vittima incosciente della Storia” recitava Battiato in una delle sue famose canzoni. Allora se la condizione morale del mondo è quella che stiamo osservando, non c’è più tempo per gli intellettualismi, per i vezzi borghesi da salotto, per i purismi di ogni genere, bisogna agire, bisogna rompere lo schema se vogliamo tornare ad una sana e conservatrice normalità.

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