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Scuola: quando e per chi suona il campanello

Torino (Giulia Giraudo) – È un martirio indicibile per i ragazzi e non solo: gel per le mani, mascherine, banchi monoposto, classi ricavate nelle palestre e altre che non sono ancora pronte. Chi ha i capelli bianchi ricorda che un tempo non molto lontano le scuole iniziavano tassativamente il 1° ottobre alle ore 8:00 (se era festa, il primo giorno feriale successivo). Era tutto pronto, c’erano i maestri, i professori, niente intoppi. È così difficile? Penso di no, eppure l’Italia, per l’ennesima volta, è un ente pubblico specializzato nel complicare gli affari semplici. Ma un tempo, quando capo dello stato non era un abusivo come Mattarella ma signore come Luigi Einaudi e capo del governo, non un signor nessuno, ma un politico del calibro di Alcide De Gasperi votato dagli italiani, tutto funzionava alla perfezione con l’Italia (siamo nel 1958) che aveva ottenuto l’oscar finanziario per avere la moneta più stabile del mondo, la Lira. Oggi il rientro a scuola è indefinito, riguarda 12 regioni su 21, interessa 5,6 milioni di studenti. La ministra Lucia Azzolina, che questo pomeriggio inaugurerà l’anno in una scuola di Vo’ Euganeo insieme al sedicente “Presidente della Repubblica” Sergio Mattarella, prova a tranquillizzare gli animi: “La scuola è il posto più sicuro di tutti in questo momento”.
Cara “Boccadifuoco”, di sicuro c’è che mancano 60.000 mascherine e 20.000 aule.
Solo in Piemonte mancano settemila docenti di ruolo.
Andiamo bene.

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