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Sempre peggio la ex Ilva: sciopero a Taranto

Taranto – La politica conta i voti, i lavoratori scendono in strada per protesta. È la situazione che si è registrata alla Arcelor Mittal di Taranto dove venerdì scorso l’azienda ha deciso di fermare altri impianti. Nel sito pugliese, infatti, già adesso oltre la metà degli 8.100 addetti è in Cig.
L’ad Lucia Morselli, tramite il direttore del personale, aveva annunciato l’intenzione di fermare anche le linee di zincatura di Genova ma poi la decisione è stata procrastinata.
Al momento, dunque, il problema non si pone. Oggi, a Genova, i sindacati incontreranno l’azienda dopo aver denunciato, con procedura di raffreddamento, le carenze manutentive della torneria cilindri. L’abbandono della fabbrica, l’assenza di manutenzione e la pericolosità delle condizioni di lavoro sono un problema comune nei tre stabilimenti siderurgici. Così come la cassa integrazione, che grosso modo coinvolge la metà degli addetti in ogni sito: Taranto (8.100, 4.000 in Cig); Genova (930 persone su 1.000 al lavoro 10 giorni al mese), Novi (430 al lavoro su un organico sceso da 700 a 652, 48 lavoratori hanno lasciato la fabbrica negli ultimi mesi turbolenti).
Ma è a Taranto che la situazione sta diventando esplosiva. Lo dimostra il fatto che ieri l’occupazione della via Appia è stato un gesto spontaneo di un gruppo di operai, sia pure subito condiviso dal sindacato, che a sua volta ha rilanciato con uno sciopero alla portineria C con blocco delle merci oggi più una autoconvocazione davanti a Palazzo Chigi giovedì.
E cresce, in parallelo, anche la sfiducia da parte dei siderurgici pugliesi,come raccontato da Francesco Brigati, segretario Fiom di Taranto: “Nessuno si fida più né di ArcelorMittal né della Morselli, entrambi sono considerati interlocutori non credibili né affidabili. Il governo e la politica? Siamo stufi di essere presi in giro con progetti affatto concreti, stanchi degli slogan elettorali, di bugie, di candidati che in campagna elettorale si sono ben guardati dall’affrontare in pubblico il tema Ilva. A Taranto dobbiamo coniugare occupazione e ambiente: sarà difficile. L’unico progetto che può godere della nostra fiducia è quello che mette in campo subito investimenti veri e interventi concreti”.
Una situazione giunta davvero al limite, come sottolineato da Antonio Talò, segretario Uilm di Taranto: “Basta con questa trattativa di cui non sappiamo nulla.Sono trascorsi molti mesi senza che il governo abbia fatto nulla. E adesso la situazione in fabbrica tra lavoratori in cassa integrazione, impianti fermi, produzione quasi inesistente è davvero giunta a un punto limite”.

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