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Uno spiragllio – l’ennesimo – per l’ex Ilva, Patuanelli: “Entro la prossima settimana la Newco”

Taranto – L’incontro tra il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e i sindacati ha avuto il suo effetto. Positivo o perlomeno così sembra per quanto concerne il futuro dell’Ilva visto che i sindacati hanno revocato lo sciopero di 24 ore proclamato per oggi.
Patuanelli ha detto ai sindacati tre cose. La prima, e forse la più importante, è che “entro la prossima settimana prevediamo che si arrivi alla definizione dell’assetto societario” della newco a capitale misto che dovrebbe rilevare l’Ilva. Le analisi dei consulenti del governo stimano un fabbisogno di 3 miliardi di euro per chiudere l’operazione, il che rende “indispensabile attingere ai fondi europei”. Il piano di marzo, con cui era stato risolto il contenzioso legale sul recesso di ArcelorMittal rivedendo obiettivi su produzione, investimenti e occupazione, è stato definito “perfettibile” per cui l’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri e il consulente Francesco Caio “stanno portando avanti la trattativa ponendo come punti fermi piena produzione alla fine del piano e necessità di investimenti anche privati”.
Da parte loro i sindacati hanno posto tre questioni: “L’insostenibile situazione che rende lo stabilimento non sicuro per gli operai”, l’assenza di “iniziative concrete oltre gli slogan» sul fronte degli investimenti. La strategia del governo sul ruolo della siderurgia nel quadro del Recovery Fund.
Sulla prima Patuanelli ha promesso di intervenire su ArcelorMittal affinché incontri i sindacati a livello locale per discutere di sicurezza dei lavoratori. Sulle altre due a partire da lunedì si avvierà un tavolo al ministero, con incontri per tutto ottobre. Patuanelli ha, inoltre, garantito ai sindacati una rapida convocazione dell’ad di ArcelorMittal, Lucia Morselli.
Un aspetto ancora non chiaro è quale sarà, in tutto questo, il ruolo di Arcelor Mittal che due anni fa si aggiudicò l’affitto dell’Ilva dopo polemiche a cavallo del cambio di governo su gara e clausole contrattuali.
Dopo il recesso unilaterale, la retromarcia e le modifiche contrattuali migliorative, canoni dimezzati, scudo penale, non è chiaro se continuerà a essere in qualche modo coinvolta.
Ieri alla Camera arbitrale di Milano l’azienda ha deluso le attese dei commissari del governo, rifiutandosi di sanare le inadempienze, canoni di sei mesi non pagati per 200 milioni, e impedendo di fatto la conclusione della mediazione.

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